4.7.07

Melograna

Questo splendido frutto va scomparendo per l'insipienza del consumatore: troppa fatica per sbucciarlo, separare le pellicine, sgranare i chicchi. Il suo frutto è ritenuto simbolo d'amore. Esistono molte leggende su di esso: una racconta che i grani fossero originariamente bianchi, e che divennero rossi quando Lucifero cadde nell'inferno. Sono di legno di melograno le verghe dei rabdomanti; ed ancora le verghe di quegli specialisti che si dedicano alla ricerca di tesori, ma per questi ultimi è anche necessario che conoscano le precise formule magiche, ed i rituali adatti per il ritrovamento.
I contadini — per avere più frutti — accendevano della paglia umida sotto l'albero, in modo che il fumo potesse investire tutta la chioma; questa operazione — pena la nullità — va fatta nella fatidica notte di San Giovanni.
Appendendo una melograna aperta sul letto di un neonato si potrà star certi che lo spinto maligno che sorveglia quella casa nulla potrà fare al piccino: infatti quando il malefico si porterà vicino, conterà i chicchi, e non avrà così il tempo per adoperare le sue arti malvagie. Esistono diverse varietà di melograni, tra i quali quello agro, detto car-tasiu; ed il ranatu a denti di cavaddu, perché ha i chicchi grossi e lunghi. Nella cucina rinascimentale e francese i grani del frutto costituivano un ricco contorno per gli arrosti di carne. Ancora oggi, in Sicilia, per quanto raramente, vi è chi utilizza i grani quale insolita ed armoniosa decorazione per gelatine ed insalate; ed il succo per la preparazione di certi piatti di anguille. Tipica infine la granatina . Molto note le melagrane di Giarratana.

Nessun commento: